18 mag 2014

Finchè amore non ci separi

Buona Domenica!!!
Qui c'è un bellissimo sole e penso proprio che mi  andrò a stendere fuori in giardino immersa nella lettura di  Will ti presento Will di Green e Levithan, ma, prima di darmi al pieno relax,  vi lascio la mia nuova recensione. 

Titolo: Finché amoreodio non ci separi
Autrice: Anna Premoli
Casa editrice: Newton Compton editori
Genere: chick-lit
Data di uscita: 8 maggio 2014
Disponibilità: ebook e cartaceo 
Prezzo cartaceo:  9,90
Prezzo ebook: 4,99
Numero di pagine: 284

Trama: Amalia Berger è un affermato avvocato newyorkese, nota nel foro come "la regina di ghiaccio". I ricchissimi genitori però le riservano da sempre poche attenzioni. Ryan, di origini irlandesi, è il maggiore di quattro figli maschi e la sua caotica famiglia gestisce un tipico pub nel cuore della Grande Mela. I due si sono conosciuti alla scuola di legge di Yale, dove è nata la loro reciproca antipatia. Amalia è poi rimasta a New York, mentre Ryan ha fatto carriera a Chicago. Finché un giorno, l'offerta di un posto da vice procuratore lo riporta a New York. Il primo caso che si trova ad affrontare sembra davvero banale: l'arresto per guida in stato di ebbrezza di una ragazza dell'alta società. Ma quel che appare semplice, si può complicare inaspettatamente, se per esempio l'avvocato difensore della ragazza è proprio quella Amalia Berger, che Ryan non vede da almeno dieci anni... Lo scontro in aula degenera a tal punto che il giudice condanna entrambi a una pena esemplare, che li costringerà a trascorrere parecchio tempo insieme. E cosa può accadere se due persone che si detestano dal profondo del cuore sono costrette dalla legge a collaborare? 

Recensione:
Inizio a dire senza fronzoli che questo libro è stato deludente. Quando ho scelto che voto dare e ho letto su aNobii che 2 stelline significavano ciò, le ho messe senza esitazione.
 
Diciamo che la parabola della Premoli per me è proprio stata discendente. Ho amato tanto il primo libro, Come inciampare sul principe azzurro, che, come dice Lele, è un “piccolo gioiello” e mi ha fatto tornare la voglia di leggere i romantici, dopo un po’ che non ne leggevo. I rapporti di amore/odio poi si sa che sono la mia passione. In quel periodo non chiedevo altro! Mi sono ubriacata la scorsa estate di questa tematica, fino quasi a confondere i libri, ma quel libro è sempre chiaro nella mia mente. 

Il secondo della Premoli è stato sempre un consiglio di Lele, che aveva scoperto la Premoli quando le recensioni su Amazon erano due o tre al massimo. Ha un vero talento nel dare la caccia agli emergenti che proprio in pochissimi hanno.
Comunque già Ti prego lasciati odiare fu in qualche modo una delusione. Non capivo, e non capisco tutt’ora, come sia possibile che due che litigano con passione, ardore e desiderio, poi non riescano a trasmettere le stesse emozioni quando sono insieme o a letto. Odio gli erotici, intendiamoci, e per ardore non intendo posizioni assurde o il fatto che stiano a fare l’amore senza mangiare nulla per giorni.
 Anche senza mostrare nulla di esplicito, voglio che si senta che i due personaggi si amano con la stessa forza ed intensità di quando litigano e che l’attrazione sia sempre presente. 
Mi ricordo sempre di quel libro la discussione in sala riunione, me la ricordo come se la rileggessi ogni giorno. Mentre la seconda parte è tutta un vuoto, tranne per il fatto che la tipa non cedeva mai e trattava malissimo il povero tipo (mi ero scordata i nomi, però poi sono andata a informarmi nuovamente, sono Jen e Ian).

In questo libro, Finché amoreodio non ci separi, devo dire che ho trovato la passione che tanto cercavano in Ti prego lasciati odiare, infatti la scena d’amore è stata un guizzo di gioia. Però il libro comunque mi ha delusa molto e, diciamocelo, non potevo salvare il libro solo perché i due protagonisti si amano e litigano con passione.
Intanto, devo dire che c’è un calo di  stile. Ho sentito che qualcosa manca, forse è meno spiritoso rispetto agli altri o forse devo ancora capirlo anch’io. Però qualcosa manca proprio.
L’idea del libro, inoltre,  non mi ha convinta. Amalia è un avvocato e Ryan un procuratore. Si conoscono ai tempi del college, ma non hanno mai un vero e proprio contatto,  poi si perdono di vista, finché lui torna a New York per questo nuovo lavoro.  

Il loro primo scontro avviene nell’aula di tribunale, dove non portano avanti il patteggiamento e il giudice li manda ai lavori forzati in quanto si mettono a discutere in modo inappropriato.
Capisco che bisognasse trovare un escamotage per farli scontrare/incontrare, ma non l’ho trovato realistico. Oltretutto uno si aspetterebbe, o almeno sia io che Lele ci abbiamo pensato, che il giudice avesse un interesse particolare per farli stare insieme o almeno che non lo facesse solo perché non li sopportava. Perciò è normale pensare che sia un parente di uno dei due, che magari non conoscono, o io, ad esempio, avevo pensato al marito di una delle signore che giocano a carte con la nonna di Amalia.

Infatti un altro personaggio a cui viene data poca importanza, ma che avrei voluto vedere sicuramente di più, quantomeno per sollevare moralmente il libro, è sicuramente quello della nonna, che appare solo poche volte nel romanzo.
Per fortuna i fratelli di Ryan sono davvero spiritosi, ma anche loro vengono lasciati nell’ombra, come anche l’amica di Amalia. 

Diciamo che a volte è tutto troppo accennato, senza andare in profondità: come ad esempio il passato dei due protagonisti.  Amalia è sempre stata attratta da Ryan, mentre lui l’ha tenuta a distanza.
Non vi voglio dire troppo, siccome le motivazioni di Ryan sono importanti per il romanzo. Ecco, per il romanzo, perché ci possono stare, ma non ha senso che lui non abbia provato a guardare oltre i suoi preconcetti, seguendo l’attrazione. 

Inoltre non capisco nemmeno questo limite della settimana, prima del processo o il fatto che ci sia il lieto fine, che tutti ci aspettiamo, ma ti rimangono davanti mille punti di domanda.
Insomma a parte la passione e qualche scena, come quella nel pub della famiglia di Ryan (soprattutto il bagno!), il resto è proprio sottotono. 

Votazione




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