22 apr 2014

"Le Notti non muoiono all'Alba "di Laura Mars




Titolo: Le Notti non muoiono all'alba
Autrice: Laura Mars
Genere: New Adult
Casa editrice: Self published
Disponibilità: solo ebook su Amazon
1° di una trilogia
Prezzo:1,75






TRAMA:
Sono sette cugini, figli di quattro fratelli dal passato turbolento. Hanno ereditato la passione per le due ruote dai genitori. Sono carismatici e affascinanti, talmente uniti fra loro da decidere di vivere insieme: sono i sette ragazzi Clifford.
Siamo nel quartiere di Astoria, Queens. Ryan, il penultimo dei ragazzi in ordine di età, è appena tornato a casa dopo un lungo periodo trascorso in California, dove si era rifugiato in seguito ad un violento litigio che lo ha diviso da Noah, il suo migliore amico.
Dall’età di sedici anni, Ryan e Noah sono stati inseparabili. Simili nel carattere quanto nell’aspetto, le loro analogie sono tali da renderli persino fratelli agli occhi degli estranei.
Tuttavia, sei anni più tardi, Noah commette un torto che Ryan non può perdonargli, e che decreta la fine della loro viscerale amicizia.
Deluso, tradito, arrabbiato, nonché fermamente intenzionato a riprendere il corso della sua vita, Ryan è deciso a lasciarsi alle spalle quel rapporto ormai irrecuperabile, benché spesso la nostalgia e il ricordo dei bei momenti passati con Noah siano tanto intensi da impedirglielo. A turbare ulteriormente la sua esistenza c’è Nikki, l’esuberante e maliziosa vicina, che non si preoccupa di celargli il suo sfacciato interesse, suscitando in lui un sentimento feroce in bilico fra insofferenza e attrazione. Perché a Nikki, allegra e scapestrata, alla continua ricerca di una figura maschile stabile nella propria vita, Ryan evoca il suo primo grande amore, il solo ragazzo che abbia mai avuto, con la quale è ancora in buoni rapporti, e che altri non è che Noah…
Primo capitolo di una trilogia, narrato alternativamente da entrambi i protagonisti, Le notti non muoiono all’alba è una storia indimenticabile di lealtà e di amicizia, che dimostra come i legami, a volte, possano sopravvivere ben oltre la loro fine, e ben oltre la scomparsa di chi si ama.

RECENSIONE:
Per la serie chi non muore si rilegge…rieccomi qui con una delirio-recensione. Cos’è una delirio recensione ?E’ quando un libro mi piace talmente tanto che il mio vocabolario si riduce a fantastico, bellissimo uhhhh , ahhhhh e sospiri vari.
Ad ogni modo tenterò di scrivere qualcosa di sensato per darvi un’idea di questo fantastico, bellissimo libro. Visto?!? XD
Il romanzo parla di sette cugini di età compresa tra i 20 e i 30 anni che vanno a vivere assieme nella casa lasciata loro in eredità dal nonno.

Eravamo i figli di quattro fratelli dal passato balordo con la passione sfrenata per le due ruote. Eravamo sette, tutti maschi per un capriccio della fatalità. Ed eravamo inseparabili.

Sono i cugini Clifford: Tony, Ryan, Seth, Bailey, Derek, Michael, Joshua.
Il loro è un legame di amicizia che riesce a far convivere in armonia sette caratteri totalmente diversi, insomma un rapporto di fiducia e lealtà.
E’ un romanzo corale che punta, però, l’attenzione su Ryan e Nikki.
Nikki è la vicina di casa dei Clifford e la sua continua ricerca di una figura maschile, che possa sostituire in qualche modo quelle perse per motivi diversi nel corso della sua giovane vita, la attira inevitabilmente verso la casa dove i sette cugini si sono da poco trasferiti, tanto da diventarne una assidua frequentatrice. Per un po’ di tempo conosce solo sei di loro, infatti Ryan, dopo essere stato tradito dal migliore amico Noah, si erano allontanato da Astoria per un po’ di mesi.
Al suo ritorno, Nikki esuberante, solare e sfrontata resterà affascinata dallo schivo e taciturno Ryan.
Lui dapprima infastidito dall’invadenza di Nikki e dai suoi modi, poi lascerà che, con la sua ostinata determinazione, trovi la chiave per il suo cuore ferito.

‒Mi dispiace non è ancora abbastanza.‒ rimarcò altera.
       Ci fronteggiammo, sprizzando fuoco e fiamme dagli occhi
‒Posso andare adesso?‒ domandò altezzosamente. ‒ Oppure hai altro da aggiungere?
‒Veramente ho appena iniziato.‒ puntualizzai, e senza nemmeno concederle il tempo per ribattere o reagire cancellai la breve distanza che c’era fra noi, mi piegai su di lei e la baciai con tutta la rabbia, l’ardore e la forza di cui ero capace.

E’ un libro tanto intenso che, anche se inizialmente si teme di non riuscire a ricordare tutti i nomi dei personaggi, si finisce col conoscerli quasi fossero reali.  Sembra di essere stata ad Astoria, di essere entrata nel loro bar, di aver assistito alle loro partite a biliardo, di aver visto Tony concentrato su uno dei suoi schizzi, Joshua che commenta un film con Nikki, Bailey con uno dei suoi bizzarri pigiami, Seth alle prese con i suoi allenamenti, di sentire le sparate di Michael, di vedere Derek che storce il naso davanti al pranzo dei cugini e infine Ryan e Nikki che ti fanno sospirare per il loro amore.

Eravamo nel nostro piccolo, intimo universo, gli unici abitanti di uno spazio eterno. Avevamo sbarrato l’accesso al resto del mondo,  non esisteva più nulla all’infuori di me e Ryan , di quel letto, di quella stanza semibuia, e della musica che accompagnava ogni singolo attimo di quegli istanti indelebili, infiniti, indimenticabili.


Ho desiderato di vivere ad Astoria anche solo per incrociare i cugini Clifford per strada. Una storia che parla non solo d’amore, ma anche d’amicizia, fiducia, lealtà, tradimenti, famiglia e morte. Non mancano i drammi, né le risate.
I personaggi sono caratterizzati benissimo, proprio grazie al fatto che sono perfettamente imperfetti. Perché sono proprio i piccoli difetti e le manie di un personaggio a renderlo reale.
Uno dei più bei New Adult  letti di recente. Stupendo e bellissimo, come solo un libro che emoziona in mille modi diversi, sa essere.

Ok mi sono trattenuta quindi per stavolta non è necessario che mi regaliate il dizionario dei sinonimi ;)

17 apr 2014

In quel di Parma.. giornata di un'inconsapevole "inviata"


Ieri è stata una giornata molto piena, ma non di quelle stancati, piuttosto stimolanti e uniche.
Ho parlato al telefono con Lele, che non vedevo da Firenze. Non ci siamo mai telefonate ed è stato bellissimo ritrovarla non solo tramite chat e fb.
La sua voce con l'accento toscano andava e veniva tra le folate di vento impetuose, ma nulla ci ha fatto smettere di parlare, tranne un tratto ferrovario in cui mancava proprio la linea.
Dopo quello, siamo state ancora insieme mezz'ora ed era come averla lì vicino. Me la immaginavo proprio ancora con quel maglioncino blu e bianco, i jeans e le sue scarpe con la bandiera inglese.
I libri sono stati i protagonisti della conversazione, assoluti padroni delle nostre parole. Diciamo anche qualche film, sempre però legati ai libri!



Però questa giornata non è finita così. 
Sono stata per la prima volta inviata delle Pazzebooklovers. Tinkerbell me l'ha fatto notare e io non ci avevo neanche pensato. Quindi un'inviata molto incosapevole!
Ero già stata a due presentazioni: una di Manfredi e una della Clare. Sicuramente due autori conosciutissimi, mentre questa volta ho avuto l'onore di conoscere un'autrice giovane, di soli 35 anni e di cui non ho letto ancora nulla.
Il suo viaggio (così lo definisce lei), è iniziato con una massa di idee che potevano riempire sì e no due pagine alla pubblicazione per Piemme, ma per lei non è finito lì. Ha detto, che continua man mano che va a fare presentazioni, man mano che conosce gente che ha letto il suo libro. Il confronto è davvero una delle parti importanti per lo scrittore e tutte le critiche sono costruttive.
Questo viaggio ieri l'ha portata nella mia città, Parma, che non aveva mai visto, in cui ha potuto gustare i prodotti tipici, e più precisamente alla Mondolibri, una piccola, ma meravigliosa libreria.
Sì oggi Miss D vi svela la sua provenienza, anche se io sono della provincia! Campagnola inside!

Vi chiedete di quale autrice sia? Sto parlando di Erika Favaro e del suo secondo romanzo "E se poi mi innamoro, pazienza" edito da Piemme editore. 

Libro e immagine della piazza di Parma

E' una commedia romantica che parte da una conversazione sentita sull'autobus, che l'autrice chiama con affetto pulmetto o waterpulmetto (vaporetto), sul quale passa 100 minuti della propria giornata.
L'argomento centrale della discussione era la crisi e il malcontento legato a quest'ultima. 


                  Come si può cambiare, quando non si hanno i mezzi per farlo?

Carlotta, la protagonista, se lo chiede.
Una donna insoddisfatta del proprio lavoro, con tantissime passioni, tra cui la lettura, la pittura e il pianoforte. Una donna a prima vista superficiale, ma che riesce ad indagare il mondo in modo profondo. Una donna però anche pigra, una pantofolaia per natura, che si scontra con l'amore pur non cercandolo.
E' stata paragonata a Zeno, della Coscienza di Zeno, e questo mi ha incuriosita.
Le donne presenti alla conferenza, che avevano letto il romanzo, erano davvero molto appassionate. Mi hanno trasmesso la voglia di immergermi in questa Venezia moderna al fianco di Carlotta e Felix, co-protagonista, ma allo stesso tempo antagonista.
Ecco, quest'ultima parola ha catturato completamente la mia attenzione. Antagonista? Mi sono detta "Questo libro si prospetta davvero molto interessante."
Un'autrice, che usa una simile parola per un uomo affascinante, allora deve davvero nascondere qualcosa di particolare.
Alla fine della presentazione ho comprato il libro e mi sono fatta fare la dedica. 



Mi sono emozionata a questa presentazione in modo diverso rispetto alle altre due a cui avevo partecipato.
Vedere una giovane autrice, vedere le difficoltà, ma anche la gioia nei suoi occhi è stato qualcosa di meraviglioso. Vederla rispondere con "grazie", quando le è stato detto che era bravissima, è sicuramente più speciale che vederlo detto ad un autore già affermato e con un suo seguito. In ogni caso l'autore/autrice apprezza, ma per un esordiente è una spinta in più.
Può essere un motivo per continuare quel viaggio, iniziarne un altro e un altro ancora, per trovare sempre la perfezione ed essere "un'alternativa valida tra i tanti che trattano l'amore".
Sono molto curiosa di leggerlo e anche mia madre se ne è convinta, sentendo le mie parole.
Diciamo che ho apprezzato Carlotta e Felix grazie alla parole di Erika e poi delle donne nella libreria, ma ora sono anche curiosa di conoscerli io stessa toccando la carta e sentendoli vivere tra le parole.


Questa "inviata" un po' tanto sbadata vi saluta e vi aspetta alla prossima recensione mia o delle mie Pazze colleghe o a qualsiasi avventura uscirà da questa vita piena di sorprese!

Miss D

16 apr 2014

Allegiant

Buongiorno a tutti o buonasera o buonpomeriggio, insomma quando leggerete. 
Sì, ho letto l'ultimo della saga di Divergent della Roth. E sì, sono Miss D...avete letto bene! 
Vi voglio ricordare le altre due recensioni, ovvero quella di Divergent e quella di Insurgent scritte da Tinrkerbell!
E ora buttiamoci sulle info del libro e poi sulla recensione!


Titolo: Allegiant
Autrice: Veronica Roth
Casa editrice: De Agostini
Genere: distopico
Uscita: 18 marzo 2014
Disponibilità: ebook e cartaceo 
Prezzo cartaceo: 14,90
Prezzo ebook: 8,99
Numero di pagine: 538

Trama: La realtà che Tris ha sempre conosciuto ormai non esiste più, cancellata nel modo più violento possibile dalla terrificante scoperta che il "sistema per fazioni" era solo il frutto di un esperimento. Circondata solo da orrore e tradimento, la ragazza non si lascia sfuggire l'opportunità di esplorare il mondo esterno, desiderosa di lasciarsi indietro i ricordi dolorosi e di cominciare una nuova vita insieme a Tobias. Ma ciò che trova è ancora più inquietante di quello che ha lasciato. Verità ancora più esplosive marchieranno per sempre le persone che ama, e ancora una volta Tris dovrà affrontare la complessità della natura umana e scegliere tra l'amore e il sacrificio.




Recensione: 
I colpi di pistola. Le mie lacrime.


Quattro, bambino, ma allo stesso tempo un metro e mezzo o più davanti alla madre in attesa di una scelta. Ha scelto me. La mia gioia per lui.


L’attesa di una vita insieme. La gioia di poterla vivere. La mia sofferenza. Poi la sua sofferenza. 


La prima discesa dalla zip line. Il terrore e allo stesso tempo il coraggio. La sua ultima. Ancora le mie lacrime.

Allegiant è stato un colpo al petto. Uno sparo dritto lì, dove pensavo non sarebbe mai arrivato.
Divergent l’avevo apprezzato, ma in fondo senza amarlo. Insurgent era un tale caos, amici, nemici, amici, nemici. Quattro odiato più che mai. Tris la capivo, ma a volte era da prendere a sberle. E poi la fine. La storia dell’esperimento era stata il colmo.
Non volevo leggere Allegiant, ma l’ho fatto. I film non sono un libro, ma a volte aiutano, soprattutto quando vengono realizzati con intelligenza.  
Il film è stata una vera benedizione. Theo è riuscito anche a farmi apprezzare Quattro (i sorrisi sghembi sono il suo super potere!), quando pensavo non sarebbe mai stato possibile. E alla fine anche la Roth ce l’ha fatta.
Nelle ultime 150 pagine di Allegiant mi ha fatta ricredere su questo personaggio, c’è riuscita dandomi la prova che c’è sempre una speranza.
Quando ho finito il libro, mi sono sentita svuotata. Poi con troppi pensieri che sono difficili da buttare giù tutti in successione. 

La vita fuori da Chicago. L’esperimento. Il sacrificio di Tris. Uriah. Caleb. I nuovi personaggi. La crescita di Quattro. 

E’ un libro davvero pienissimo, che parte in modo lento, se vogliamo, a parte la fuga da Chicago, per poi diventare un continuo susseguirsi di eventi.
Il mondo sicuramente si apre davanti ai personaggi, che si sentono confusi . Le fazioni non ci sono più e già questo rende tutto diverso da prima. I colori degli indumenti sono mischiati, però è difficile non pensare con le differenze di prima.  
Inoltre il video alla fine di Insurgent aveva mostrato un mondo al di là della recinzione. Questo suscita paura, ma allo stesso curiosità. Quel mondo, però, non è meno problematico del mini-mondo di Chicago, come impareranno i personaggi in fuga dalla loro città.  
Cadono in modo decisivo e dirompente tutte le sicurezze e fa paura sapere che Chicago è solo un puntino quasi invisibile sulla cartina del mondo. Inoltre i protagonisti hanno costanti scelte da fare e capire sempre chi è nel giusto o meno. La verità non è così facile da vedere, né da riconoscere in mezzo alle menzogne. 
Il Dipartimento sembra un luogo sicuro, potrebbe essere una casa, ma le persone che ci lavorano non sono poi così amichevoli, o almeno non tutte.
Mi è piaciuto questo mare di emozioni in cui ci immerge la Roth. Tris è confusa, ma allo stesso tempo mostra sempre quella forza che la contraddistingue. Mi vengono sempre in mente le parole di Quattro in Divergent.

«La paura non ti paralizza, ti accende. L’ho visto. È affascinante.»

Al Dipartimento, comunque, Tris scopre tanto sui suoi genitori, più di qualunque Abnegante potrebbe mai fare. I genitori rimangono un punto fisso nella mente di Tris ed è per loro che salva Caleb dall’esecuzione, nonostante l’abbia tradita e portata a morte certa.

«I miei genitori vorrebbero che lo salvassi, però.» Apre gli occhi e fissa il cielo. «Direbbero che è da egoisti lasciar morire una persona solo perché ti ha fatto un torto. Perdona, perdona, perdona.»
«Il problema non è che cosa vogliono loro, Tris.»
«Sì che lo è!» Si stacca dal muro. «Il problema è sempre che cosa vogliono loro. Perché lui appartiene a loro più di quanto appartenga a me. E io vorrei che fossero orgogliosi di me. È tutto quello che desidero.»

Mi è piaciuto quando attacca Quattro (perché l’avrei fatto volentieri anch’io!), dopo che lui si è alleato con Nita e l’ha aiutata nella sala di comando. Mi è piaciuta la sua risoluzione, la forza con cui lo attacca. Quattro pensa di essere diverso, sbagliato per il fatto che non è un Divergente, quindi è ancora geneticamente malato.
Va in paranoia e lì l’avrei preso a schiaffoni. Come quando si era alleato in Insurgent con la madre, perché l’ha ritrovata  e spera di ricostruire il rapporto perduto.
Quattro si auto blocca in continuazione. Da una parte è apprezzabile che abbia delle convinzioni e le voglia portare fino in fondo, ma anche ascoltare gli altri è una dote, soprattutto dare fiducia alla propria ragazza.
Infatti quello che mi fa incavolare brutalmente di Quattro è quanto a volte si contraddica. Ama Tris, apprezza il suo coraggio e le sue capacità di comprensione e poi, come l’aveva esaltata, riesce in un solo nanosecondo a sminuirla.
Però qualcosa scatta in lui ad un certo punto. Forse l’esplosione, Uriah, l’idea di perdere l’amore di Tris o forse tutte queste possibilità lo svegliano, come Quattro sveglia gli Intrepidi nel film.
Ecco le parole che me l’hanno fatto apprezzare. Il primo concetto con il quale mi sono davvero trovata d’accordo:

«Tris, aspetta. Davvero vuoi cancellare la memoria di un’intera popolazione contro la sua volontà? È la stessa cosa che stanno progettando loro contro i nostri amici e le nostre famiglie.»
[…] «Queste persone non hanno il minimo rispetto per la vita umana» mi risponde. «Stanno per cancellare i ricordi di tutti i nostri amici, dei nostri vicini di casa. Sono responsabili della morte di quasi tutta la nostra vecchia fazione.» Mi gira intorno e si avvia a grandi passi verso la porta. «Sono già fortunati che non abbia deciso di ucciderli.»

Tris ha ragione, dannatamente ragione, ma anche Quattro dopotutto non ha tutti i torti. Cancellare la memoria è sempre qualcosa di orribile, perché annulla l’identità di una persona e farlo per fermare qualcuno che lo sta per fare su altri non è comunque un azione nobile. Poi è chiaro che il Dipartimento aveva commesso già moltissimi crimini, quindi non ha senso obbiettare, però il pensiero di Quattro è del tutto legittimo e molto profondo.
La crescita di Quattro c’è e lascia sbalorditi. Il merito, io ritengo, sia l’amore e la forza di Tris. Quattro ha davvero imparato molto da lei, ma ricordiamoci che l’amore agisce in entrambi i sensi.

E io so, senza che me l’abbia mai detto nessuno, che è questo che fa l’amore, quando è vero amore: ti rende più grande di quello che eri, più grande di quanto pensavi di poter mai essere.

Comunque provare per credere! Non serve essere nemmeno essere troppo Intrepidi…
Ora vi lascio con una citazione tratta da Allegiant, che mi è piaciuta moltissimo. Volevo chiudere così con la forza di una grande donna, che ha fatto le sue scelte e ha vissuto con grinta anche nei momenti più difficili.

Lui è parte di me e sempre lo sarà. E anch’io sono parte di lui. Non appartengo agli Abneganti, né agli Intrepidi e neanche ai Divergenti. Non appartengo al Dipartimento o all’esperimento o alla Periferia. Io appartengo alle persone a cui voglio bene e loro appartengono a me. Loro, e l’amore e la lealtà che provo verso di loro, definiscono la mia identità molto più di quanto potrebbe farlo qualunque termine o gruppo.



P.S Questo è qualcosa che voglio fare. Grazie Tris per avermi mostrato la tua forza e grazie a Quattro per avermi insegnato a vivere, nonostante le paure, le ferite che la vita stessa ci infligge.
Stringendosi gli uni agli altri è più difficile cadere. 

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