Buona domenica,
oggi sono lieta di farvi conoscere un libro che ho letto
in pochissime ore ieri e ho comprato su kobo, mentre maledicevo la postepay
(quasi senza soldi) dopo l’acquisto di ebook per l’università.
Titolo:
Lo specchio del tempo
Autrice:
Silvia Devitofrancesco
Casa
editrice: Libro aperto International Publishing
Genere:
narrativa
Data di uscita luglio 2014
Disponibilità:
per ora solo ebook
Prezzo:
1,99 euro
Trama: «Avvertivo strane sensazioni. Avevo paura di ciò
che sarebbe potuto accadere e avevo paura per me.» Due donne diverse dai
destini intrecciati, l’una lo specchio dell’altra. Un manoscritto le farà
incontrare mettendo così a confronto due epoche diverse e due donne simili,
vittime di un padre padrone, ancorate a un amore romantico, capaci di lottare
per la vita. Due storie legate dallo specchio del tempo, dove il passato
incontra il presente e in cui due donne lontane eppure vicine, lottano per
rivendicare il diritto di scegliere il proprio destino e il loro sogno d’amore.
Avevo
promesso all’autrice che avrei letto il suo libro dopo Fermate gli sposi e infatti l’ho fatto. Ieri mattina ho finito
quest’ultimo e poi mi sono buttata a capofitto su Lo specchio del tempo. La recensione di Fermate gli sposi arriverà, ma ho voluto mandare avanti questa,
perché sicuro della Kinsella qualcuno ha scritto, mentre questo libro merita un
po’ di spazio.
L’ho
aperto e in pochissime ore l’ho finito. La scrittura è davvero particolare. E’
semplice, pulita, ma allo stesso tempo ha un sapore di testo letterario, che
affascina incredibilmente. Ha quel qualcosa di antico che si adatta al romanzo.
Inoltre
è proprio bella la storia: Herminia e Erminia sono due donne di secoli
assolutamente differenti, ma sono destinate a incontrarsi e soprattutto Erminia
a imparare qualcosa dalla prima.
Non
c’è niente di fantasy assolutamente, solo il frutto della passione di Erminia,
che riscopre la storia di Herminia. Erminia (XIX secolo) ama i manoscritti e il
suo desiderio è soprattutto quello di poter studiare un manoscritto di cui si è
scoperto da poco a Bari, la sua città. La copista di quest’opera è proprio
l’altra Erminia del XIII secolo.
Le
due donne sono distanti per tempo, ma vengono legate dal nome e da tanti
piccoli fattori, che le rendono speculari. Soprattutto entrambe si ritrovano
dei padri severi, con cui non hanno un
rapporto ed è soprattutto complicato crearne uno.
L’aspetto
di Herminia ricorda troppo quello di sua madre, la Contessa Bianca, morta nel
darla alla luce e per questo è odiata dal padre. Oltretutto quest’ultimo non
accetta che non sia nato un maschio, almeno questo avrebbe addolcito un po’ il
sacrificio della moglie.
Il
padre di Erminia, invece, è un “uomo grigio”, un uomo che apprezza la propria
posizione altolocata e molto preciso, tanto da ricercare costantemente la
perfezione in tutti, anche i propri alunni. E’ stato proprio lui a scegliere il
nome “Erminia”, in quanto, professore di italiano, voleva ricordarle di essere
come l’Erminia di Tasso e non Clorinda che muore per mano dell’uomo di cui si è
invaghita.
“[...]Per tuo padre
l’amore non è la forza motrice dell’universo, ma ne è solo uno sbiadito
contorno”
Questo
dice la madre di Erminia a sua figlia, mentre parla del marito, ma vale
sicuramente anche per il padre di Herminia.
Nessuno
dei due ha mai cercato l’amore, questo è arrivato dopo il matrimonio, ma la
scelta è state delle famiglie. Sia il Conte, che Dante, non capiscono che
l’amore possa essere un colpo di fulmine, possa essere scelto e coltivato,
oltre che privo di vincoli sociali. Certo per Herminia è ancora più difficile
dato che nel XIII secolo si sposavano raramente per amore, ma lei è una donna
istruita e vorrebbe qualcosa di più e di diverso rispetto un marito che non
conosce.
Comunque
la riflessione sconvolge davvero. In alcuni punti viene proprio da dire “Ma
allora non è cambiato niente!” Due tempi così lontani allora sono ancora così
maledettamente vicini.
Inoltre
ciò che mi è davvero piaciuto sono le corrispondenze,
non solo tra le due donne, ma anche nella contemporaneità di entrambe. Costantemente
Silvia ci mette in mostra la vita così con le sue contraddizioni, così con la
sua pienezza.
L’ultimo urlo
disperato di mia madre si unì al mio grido di vita. Per un attimo, purtroppo
solo per un lunghissimo ed eterno attimo
Nel momento esatto
nel quale mia madre soccombeva e chiudeva gli occhi per sempre, io firmavo,
euforica, il verbale dell’esame.
La vita, a volte, crea delle strane corrispondenze. Il mio attimo di gioia costituiva lo specchio di dolore della mia famiglia e quindi, anche del mio.
La vita, a volte, crea delle strane corrispondenze. Il mio attimo di gioia costituiva lo specchio di dolore della mia famiglia e quindi, anche del mio.
Sono rimasta davvero affascinata. Bella la scelta del
manoscritto come incontro, splendida la riflessione. Inoltre mi sono innamorata
un po’ di Michele, che spero vorrete conoscere anche voi, gettandovi tra le
pagine di questo romanzo.
Valutazione
Vi aspetto alla prossima recensione,
Un baciotto
Valutazione
Vi aspetto alla prossima recensione,
Un baciotto
Ho adocchiato questo libro qualche giorno fa, spero di poterlo leggere presto :)
RispondiEliminaSpero tu possa leggerlo, ne sarei molto felice :) e... aspetto un tuo parere! Saluti, Silvia (l'autrice)
EliminaMarina di solito abbiamo gusti simili, quindi ti dovrebbe piacere :)
Elimina_Miss D_
Certo, Silvia. Vero, Miss D, di solito abbiamo gusti simili ^_^
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