Buongiorno a tutti!
Siamo felicissime di ospitarvi qui, giovedì 11 dicembre, per la quarta tappa del Blog Tour + giveaway: Gala Cox e il mistero dei viaggi nel tempo.
Vi vogliamo ricordare subito le scorse tappe, che sono state davvero interessanti:
5 dicembre - una bellissima intervista all'autrice, una donna davvero eclettica, su Scribacchiando in Soffitta
7 dicembre - Raffaella ha spiegato i retroscena del suo romanzo, parlando degli aspetti stilistici, su La Bella e il Cavaliere
9 dicembre - Edvige (con il suo caratterino!) ci racconta un momento inedito, su Libri in pantofole
Ora lasciamo la parola alla nostra ospite, ovvero Raffaella Fenoglio, che ci parlerà di un passo preferito del suo libro.
Care
bloglettici e cari bloglettori di Pazze Booklovers, il tema di cui vi voglio
parlare oggi ha per titolo “IL BRANO CHE MI È PIACIUTO DI PIÙ
IN GALA COX”.
Detto così
sembra che io abbia letto il libro accidentalmente, magari trovandolo
abbandonato nella sala d’aspetto del dottore o su una panchina al parco, e che,
terminata l’ultima pagina abbia dovuto rispondere al quiz: INDICA IL BRANO PREFERITO, COMPILA IL COUPON E VINCI UN FANTASTICO …..
Però sulla
copertina c’è il mio nome e quindi?
Voi penserete
che, avendo scritto questo libro dovrei “amare” indistintamente ogni capitolo,
ogni parola, ogni virgola o puntini di sospensione che ho digitato.
Invece no. Capita proprio che [ndr e a questo punto chi tra voi
ama scrivere mi può capire o smentire] anche l’autore ami alcuni passaggi del
proprio libro, più di altri.
Perché?
Perché magari
hanno per protagonista un personaggio che ritenevamo secondario ma che nella
scrittura ci prende la mano ed esige uno spazio maggiore. Oppure perché ci
costano maggior impegno emozionale o narrativo. O, ancora, riprendono alcuni
fatti autobiografici e ci identifichiamo appieno con i protagonisti del brano.
Eccetera eccetera…
Il brano in
cui vi immergo oggi è un passaggio fondamentale di Gala, perché fotografa il
momento esatto nel quale Gala Cox decide di agire.
Chi ha letto
il libro, anche solo una cinquantina di pagine, sa bene che Gala non è una ragazza proattiva, all'opposto. Subisce
passivamente le decisioni altrui senza protestare, anzi in alcuni casi neppure
la sfiora l’idea di esprimere ad alta voce la propria opinione.
Ma durante la
narrazione lei compie un percorso nel quale impara ad agire per conto
proprio, ad esternare le proprie idee e,
addirittura, il proprio dissenso.
Tutto ha inizio
in questo punto del libro.
Da qui in avanti è tutto uno spoiler…
Ricapitolando
le vicende: Gala è stata catapultata contro la sua volontà nella Londra
Vittoriana del 1889 trovando ad aspettarla una situazione non proprio
idilliaca. Ha subito vari interrogatori
da personaggi odiosi quali Lord Van de Brock e Lady Queenooney venendo a
conoscenza di alcuni agganci che quest’ultima vanta di avere con il padre di
Gala, del quale lei sente fortissimamente la mancanza. Allora la ragazza decide
di andare dalla donna per saperne di più. Si organizza in tal senso, non senza
difficoltà, e riesce ad arrivare da sola davanti alla casa di Lady Queenooney
che abita dall’altra parte di Londra.
Entra nella villa eludendo il controllo della servitù, sempre nell’onda
emozionale del VOGLIO FARE QUESTA COSA.
Ma quando si
trova all’interno della villa si blocca. Si rende conto che questa volta non ha
solo pensato ma ha anche fatto una cosa molto lontana dal suo
comportamento: agire di propria iniziativa. Esporsi. Volere una cosa e compiere
un’azione per ottenerla. Comportamenti tipici di Edvige, non certo i suoi.
E cosa fa la
nostra protagonista? Invece di scappare
come avrebbe fatto la Gala della prima pagina decide di procedere, compiendo
un’enorme sforzo su se stessa. Ricorrendo addirittura ad immedesimarsi in
Edvige per prendere decisioni rapide e risolutive.
Eccovi quindi
il brano in questione:
Scesi due gradini dopo di loro accedendo ad un seminterrato. E Click! La porta si chiuse. Ero dentro.
Cosa cavolo stavo facendo? Mi girai per risalire e scappare.
Poggiai la mano sulla maniglia ma rimasi congelata.
Avevo agito d’istinto. Pensato e
fatto. Di solito non ero così pronta all’azione. Corrispondevo di più a un
bradipo, del tipo meditativo.
Mi ero davvero introdotta di nascosto nella casa di Lady Queenooney? Ero
matta, forse?
Girai decisa la maniglia per aprire la porta e scappare.
Gala Cox se esci di qui sei una codarda, pensai.
Serrai le mascelle. No, non volevo essere una codarda.
Okey, ero qui e ora andavo avanti col piano. Agire! Dovevo agire in fretta,
porca misera!
Ma non riuscivo a pensare a come
muovermi. Pensa come Edvige, mi
dissi.
Dunque, se io fossi stata Edvige cosa avrei fatto?
Considerai la mia situazione dal suo punto di vista. Lei avrebbe pensato a
nascondersi, o almeno a togliersi da lì. Una delle due, e anche abbastanza
rapidamente. Sentii avvicinarsi dei passi e delle voci
Scoprii che era più facile prendere una decisione, fingendo di essere lei.
Studiai velocemente l’ambiente in cui mi trovavo.
Era una specie di grande atrio, senza fronzoli. Alla mia sinistra era
ingombro di ceste di frutta, verdura, carne e altri generi alimentari. La carne
era poggiata sopra ad uno strato di ghiaccio. Che si stava sciogliendo formando
delle pozze d’acqua. Sulla sinistra, subito dopo le ceste, si apriva un
corridoio.
Alla mia destra c’era una porta, doveva essere quella della cucina. Da là
dentro provenivano infatti odori di ogni genere. Sentii risate e battute
pesanti. Più avanti c’era una scala a chiocciola. Accanto alla scala scorsi una
porticina piccola ed una più grande.
I passi si avvicinavano sempre più, arrivavano dal corridoio. Appartenevano
a due donne. Una parlava in modo autoritario. L’altra si limitava a rispondere
in modo sommesso yes madam, oppure no madam.
Mi rannicchiai dietro ad una catasta di ceste di frutta.
Feci appena in tempo.
Le due erano già nell’atrio.
«Claire se io dico una cosa, è quella! Cascasse il mondo, è quella! Quante
volte lo devo ripetere perché se lo ficchi in quella testa dura!»
Dal mio nascondiglio riconobbi la voce poco amabile di Mrs Bolton.
«Yes madam. Però io pensavo che….» replicò flebilmente la voce gentile.
«Errore Claire! Errore! Tu in questa casa non devi pensare. Devi eseguire! A
pensare sono solo io. E Lady Queenooney, ovviamente.»
«Yes madam.»
«Santi Numi! Che cos’è questo?»
La voce di Mrs Bolton diventò stridula. Era quasi sul punto di gridare.
La governante si era fermata proprio davanti a me. Ci dividevano solo una
pila di ceste di frutta e verdura.
La ragazza che si chiamava Claire
non rispose.
«Ho chiesto se qualcuno mi spiega
cos’è questo caos. Come mai i fornitori hanno lasciato la roba qua anziché metterla in dispensa!» Mrs Bolton attese qualche secondo «Ce la fa a
rispondermi Claire ora o deve pensarci? Avevo dato a lei il compito di
controllare se non sbaglio!»
«…ma ma» balbettò la ragazza «a casa di Lord Buxton
ci si faceva lasciare la roba nell’atrio di servizio. Fino a che la
governante non dava il via libera.»
«Santi numi Claire!» urlò Mrs Bolton «Quante volte le ho detto che non è più a casa di Lord Buxton! Ora è
a servizio di Lady Queenooney. Qui ogni cosa ha un posto! La carne va in
cucina, tutto il resto in dispensa! Questa è la regola, da anni. La vuole
cambiare lei?»
«No madam.»
Sopraggiunsero i passi pesanti dei due uomini del vino.
«Voi due» li apostrofò Mrs Bolton« spostate immediatamente questa roba!»
«Ma noi siamo di Littleton & Mcgeady.»
protestò uno dei due «Abbiamo da scaricare ancora cinque casse di vino e
quattro di ostriche.»
«Non vorrete discuterete con me, spero! Siete qui perché Lady Queenooney
paga i vostri servizi. E allora obbedirete e metterete quelle ceste in
dispensa! Claire faccia veder loro dove andare.»
«Venite che vi faccio strada.» mormorò la ragazza.
Sentii che qualcuno armeggiava con una chiave.
«Si può sapere che cosa sta facendo?» sibilò la governante.
«Non…non è forse questa la porta della
dispensa, Mrs Bolton?»
«No benedetta ragazza! Quello è
l’accesso al laboratorio di Madame
Price! È l’altra porta quella giusta! Io vado a dare disposizioni in cucina.
Poi verrò a controllare come è stata sistemata la dispensa. Mi raccomando
Claire! Ogni cosa ha un posto, si astenga dal combianre altri disastri per
oggi.»
«Yes madam.»
Mrs Bolton entrò in cucina sbuffando. Il suo
ingresso fu seguito da un silenzio di tomba. Ordinò alla cuoca di servire a
Lady Queenooney un tè e dei sandwhic al cetriolo. All’una in punto. Mi raccomando.
Nel mentre alcune ceste della pila davanti a me vennero sollevate. Cercai
un cono d’ombra e mi appiattii sul pavimento. I due uomini seguirono Claire
nella dispensa. Una volta posate quelle sarebbero tornati a prendere le due che
ancora mi coprivano alla loro visuale.
E poi? Che avrei fatto?
Dovevo agire. Se mi avessero scoperto avrebbero chiamato Mrs Bolton. Lei mi avrebbe riconosciuta. Anche se ero abbigliata in modo più
semplice del giorno prima. Non l’avrei ingannata di certo. Se mi avesse
condotto da Lady Queenooney non avrei risolto nulla.
Lord Van de Brock era sicuramente con lei. Mi avrebbe riportato in Oyster
Lane, di filato. Per un orecchio, magari. No, io la volevo vedere, ma da sola.
Solo così Lady Queenooney avrebbe parlato con me. O almeno lo speravo.
Dovevo agire. Chiusi gli occhi.
Pensai di nuovo come Edvige. Dovevo spostarmi da lì. Subito. Per andar
dove?
Guizzai in piedi. L’atrio era vuoto. Mi guardai intorno circospetta. La
cucina no. La dispensa neppure. Il corridoio era ovviamente off limits, troppo
trafficato. La scala a chiocciola!
Mossi due passi.
Per poco non andai a sbattere contro la cameriera coi capelli biondo
platino. Non avevo notato che stava uscendo dalla dispensa. Aveva la guancia
destra in fiamme. Le lacrime agli occhi. Da vicino sembrava più giovane di me.
Doveva essere Claire.
La poverina sbarrò gli occhi ed emise un Ohooo!
Io poggiai l’indice sulle labbra serrate. La pregai con gli occhi di non
tradirmi. Poi scappai su per la scala a chiocciola.
Mrs Bolton tornò di corsa dalla cucina.
«Claire, si può sapere perché ha gridato?»
«Io…ecco…ho visto un topo.»
Grazie Claire, pensai.
«Un topo a casa Queenooney? Ma che cosa va dicendo! Qui non ci sono topi!»
Sentii il rumore di una sberla. Un'altra.
«Yes madam. Lo ricorderò.»
Vi è piaciuto?
Spero di sì, perché da qui in avanti Gala riserverà molte
sorprese!
Ciao, e grazie alle Pazze Booklovers per avermi ospitato!
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Grazie mille a te, Raffaella per essere stata qui, siamo onoratissime di averti ospitato.
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Le prossime tappe
5° tappa - 13 dicembre: Intervista a Matunaaga, su La Biblioteca di Eliza
6° tappa - 15 dicembre: And the winner is… Proclamazione del vincitore del giveaway, su La Biblioteca di Eliza
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Per domande o dubbi sulla partecipazione al giveaway potete contattare Eliza alla mail labibliotecadiEliza@hotmail.it o tramite messaggio sulla pagina fb de La biblioteca di Eliza.
Molto bello questo estratto! Effettivamente avevo percepito che Gala non fosse proprio decisissima nella vita dai racconti di Edvige. Spero che cambi rimanendo coerente. E spero di vedere spesso la povera Claire, mi ha fatto tanta tenerezza.
RispondiEliminaBellissimo questo estratto. Questo libro mi attira davvero tantissimo <3
RispondiEliminaSì è un estratto davvero bellissimo! :)
EliminaCarinissimo l'estratto e mi ha fatto ridere la questione del topo,ahaha.
RispondiEliminaNon vedo l'ora di sapere di più!*----*
Solo questo estratto? ma io voglio sapere come continuaaa ç__ç
RispondiEliminaE' stato fatto apposta per incuriosirvi ;)
EliminaBellissimo estratto! *-*
RispondiEliminaOra peró voglio sapere come continuaaa t.t sono curiosa :3
Riguardo a Gala,mi piace il fatto che durante questo percorso impara ad esprimersi con gli altri,a dire veramente cio che pensa!:)
Carinissimo quest' estratto..ora voglio leggere il libro però :D spero di vincerlo
RispondiEliminaemail: alessiacrescenzo@gmail.com
Bellissimo questo brano!! Mi ha proprio incuriosita!
RispondiEliminaMail: alenixedda84@gmail.com